La terapia farmacologica: quando la natura ci dà una mano!
Gambe gonfie e pesanti alla sera, crampi durante la notte o difficoltà costante alla deambulazione sono spesso il segnale di problemi circolatori. Sicuramente uno stile di vita più attivo, corrette abitudini alimentari e l’utilizzo di una idonea contenzione elastica possono contribuire al miglioramento dei disturbi. Ma in molti casi questo non è sufficiente e allora dobbiamo ricorrere al supporto di una valida terapia farmacologica.
Farmaci di sintesi o naturali?
A questo punto molti disapproverranno contrari all’uso di farmaci di sintesi industriale nel nome del “naturale”. In realtà questo non è un problema poiché la maggior parte dei nostri farmaci sono di derivazione naturale. Ciò non significa che vengono prodotti artigianalmente in un retrobottega, triturando bacche o radici. Il principio attivo lo dobbiamo infatti estrarre, purificare dai contaminanti dannosi e concentrare in capsule, compresse, bustine o soluzioni liquide, per poterlo somministrare agevolmente e in forma sicura. Talvolta per comodità lo sintetizziamo in laboratorio. Si tratta comunque sempre di una sostanza presente in natura. Ma come questi prodotti ci vengono in soccorso?
Antiaggreganti piastrinici, emoreologici e vasodilatatori
Partiamo innanzitutto da quelli che impieghiamo nelle malattie delle arterie. Questi farmaci possono ad esempio contrastare l’ingrossamento delle placche, ossia di quei depositi di parete che portano alla progressiva chiusura dei vasi. Condizione questa di estremo pericolo in quanto impedisce al sangue di raggiungere un organo. I farmaci di questo gruppo, il cui capostipite è il salicilato, sono conosciuti come antiaggreganti piastrinici, in quanto bloccano l’accumulo di queste cellule sulla placca. Una seconda categoria, quella dei vasodilatatori, agisce aumentando la sezione delle piccole e medie arterie. In questo modo si supera il restringimento del vaso malato, aumentando contemporaneamente il flusso nei vasi sani. Un terzo gruppo agisce rendendo più elastiche le cellule del sangue, in modo da passare più facilmente attraverso i vasi malati.
Farmaci veno attivi (flebotropi o venotropi)
I farmaci utilizzati per i problemi venosi sono anche conosciuti come venotropi o flebotropi. Sono prevalentemente di origine naturale e agiscono sulle vene dilatate o varici con diversi meccanismi. Possono infatti migliorare il gonfiore delle estremità riducendo l’aumentata permeabilità della parete venosa e di riflesso i sintomi collegati, quali pesantezza e stanchezza. In altri casi contrastano la tendenza delle vene malate a dilatarsi, stimolandone la contrazione. In altri casi ancora riducono l’infiammazione della parete o dei tessuti circostanti, agendo sugli stessi fattori che la producono.
I farmaci dell’emergenza: gli anticoagulanti
Nelle situazioni di pericolo, invece, rappresentate dalle trombosi (in cui le vene tendono per l’appunto a chiudersi) ci vengono in soccorso gli anticoagulanti. Somministrati per bocca o per via sottocutanea, fluidificano il nostro sangue impedendo al trombo di espandersi e ne favoriscono la scomparsa.
Per ogni problema vascolare, quindi, abbiamo il giusto farmaco, da prescriversi ovviamente da e sotto la supervisione dello specialista di riferimento.
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